Proseguendo con il ritmo scandito dall’antico calendario celtico, tra il 13 maggio e il 9 giugno abbiamo il mese dedicato al Biancospino, corrispondente al simbolo huath dell’alfabeto arboreo.

Siamo nel mese di Beltane e il biancospino rappresenta pienamente tutti i concetti di questo sabba: la fertilità, il vigore maschile e il fuoco. Sempre presente in tutti i riti di primavera, è legato anche alla Grande Madre, nel suo aspetto di sensuale guerriera, che mantiene e difende l’equilibrio della natura. Quest’albero incarna infatti l’unione dell’energia maschile con quella femminile: mentre da un lato le spine proteggono e allontanano la negatività, dall’altro i suoi profumati fiori bianchi rimandano alla delicatezza e alla purezza verginale. I druidi ritenevano che tra i suoi rami dimorassero le Fate e, per non indispettire gli spiriti del Piccolo Popolo, solevano bruciarne appena un ramoscello, come gesto propiziatorio e di augurio di vita feconda, durante le celebrazioni nuziali. Questa stessa usanza si ritrova anche nelle cerimonie dell’antica Grecia.
Tuttavia viene spesso associato anche al regno dell’aldilà e alcuni ritengono che i suoi fiori siano forieri di cattivi presagi e morte.
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